Opinione su Misery - Stephen King: Molto avvincente
Molto avvincente
22/06/2020
Vantaggi
IL POTERE DELLA PAROLA SCRITTA DA BRIVIDI
Svantaggi
personalmente non trovati ma va a gusti
Paul si sta svegliando. È un risveglio faticoso, lungo e nebuloso. Stenta a ricordare che cosa sia successo, a capire dove si trovi ed anche di essere sveglio. Viene persino rianimato e poi lentamente emerge dal sonno. Ha dormito a lungo e non “naturalmente”, è ferito, ogni movimento gli costa tremende sofferenze; giornate intere mancano all’appello della sua memoria.
Infine arrivano le spiegazioni: ha avuto un incidente stradale, alcune settimane prima.
E Annie Wilkes, che gli fornisce le spiegazioni, lo ha trovato e soccorso.
Ma non ha chiamato un’ambulanza e neppure la guardia medica.
Lo ha portato a casa sua e lo ha curato lei stessa.
È un’infermiera.
Un’ex infermiera, per essere precisi.
Ma Annie è molto di più. È la fan “numero uno” di Paul.
Perché “Paul” è Paul Sheldon scrittore molto popolare che stava – con successo – cercando di grattar via quell “popolare” dall’etichetta di “scrittore”.
“Popolare” è dovuto in gran parte dalla sua creatura letteraria più famosa, Misery Chastain, eroina ottocentesca sexy e virtuosa.
Ma Paul è, e sa di essere, uno scrittore di razza, quindi, nell’ultimo episodio della serie, ha fatto fuori (con il parto) la dolce Misery e ha scritto un libro nuovo che mette davvero in luce le sue doti.
Misery è andata bene per pagare i conti, ma adesso Paul vuole fare sul serio.
E ha scritto “Bolidi”.
Da questo momento in poi la trama è un crescendo di tensione ed orrore.
Annie è una psicopatica con un passato da serial killer, ed avrà modo di aggiornare il curriculum prima della fine delle pagine.
E Annie ancora non sa della morte della sua eroina.
Non appena ne verrà a conoscenza le cose per Paul si metteranno molto male.
Dovrà resuscitare Misery con il solo aiuto di una vecchia macchina da scrivere a cui manca la lettera n, e dovrà anche farlo in modo onesto e plausibile. Dovrà distruggere il suo nuovo romanzo. Sarà costretto a sopportare fame, sete e dolore. Dovrà assistere impotente alla follia di Annie; sarà torturato e mutilato.
Ma se fosse tutto qui, sarebbe una “banale” storia dell’orrore.
Invece in Misery i protagonisti sono altri due: la lettura e la scrittura.
La scrittura è il “demone” in cui precipita Paul quando trova “il buco” nella pagina e la storia della resurrezione di Misery comincia a girare nel verso giusto (tanto che quando arriva l’inaspettata salvezza, per un piccolo istante il nostro è seccato di dover smettere di scrivere).
La storia si può leggere quasi come un “canto d’amore” alla scrittura, che – di fatto – salva Paul dalla follia.
Ma oltre a ciò è anche un ritratto piuttosto realistico della figura dello scrittore con le sue nevrosi, paure, miserie e sofferenze. Artigiano ed imbalsamatore delle storie che racconta lo scrittore può ben poco, oltre l’essere sempre perfettamente consapevole di quello che sta facendo.
Non può fare a meno di rispondere Sì! Al Gioco del “Puoi”, ma questo non toglie consapevolezza, anzi. Sa se sta venendo un buon lavoro o una schifezza. Se può funzionare o no. Sa se non ha idea di dove andare a parere («"non essere del tutto sicuro" era uno degli angoli meno graziosi del purgatorio riservato agli scrittori che filano a tavoletta senza la più pallida idea di dove stanno andando.»).
Chi abbia scritto anche solo un tema sa perfettamente di cosa si sta parlando.
Come la Scrittura “salva” Paul, allo stesso modo, la gemella Lettura condanna Annie.
La prende alla lontana e ci mette il suo tempo, ma di fatto è il bovarismo di Annie a permettere a Paul di salvarsi (fra l’altro il modo in cui avviene – non voglio spoilerare – quanto è potentemente evocativo e quanto ribadisce l’assoluta “colpevolezza” della Lettura?).
In definitiva in Misery c’è una storia pazzesca, scritta alla perfezione e il tutto quasi in secondo piano di fronte all’inno alla scrittura.
Chi non lo avesse letto, ponga rimedio!
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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