La storia di Gareth Jones
Questo film racconta la storia di Gareth Jones, un giornalista esperto di politica internazionale che nel 1933 ha intervistato Hitler e sente il pericolo che si sta avvicinando, ma il suo appello resta inascoltato dai leader europei.
Si reca in Russia dove fiuta una storia sulle menzogne di Stalin e il suo presunto sviluppo industriale, ma trova i suoi colelghi reclusi in un hotel di lusso, così decide di fuggire e viaggiare per vedere coi suoi occhi.
Un viaggio sconcertante.
L'inizio della regista è un pò confusionario perchè mostra George Orwell mentre scrive la fattoria degli animali, autore che non ha nulla a che vedere con questa storia se non il fatto di essersi ispirato per scriverla, solo più in là troveremo il senso di quest'pertura e dei continui brani letti di quel libro.
Un libro che adoro e non mi è dispiaciuto affatto sentirne frasi durante il film , anzi lo ha ravvivato , peccato sia l'unico stilismo a cui la regista si lascia andare, poi il film racconta ciò che succede con pesantezza e lentezza.
La regia non brilla e si lascia troppo andare nelle condizioni orribili della Russia di quei tempi, dei silenzi.
James Norton interpreta con spessore un personaggio coraggioso che si trova davanti all'incredibile e non molla la presa, continua la sua rincorsa da giornalista all'intervista a Stali. Un tema che si ripete per tutto il film, ma Stalin non apparirà mi, si vedrà solo l'orrore che ha causato e si reincarnerà nella figura di un altro giornalista, Duranty, che difende lo status quo (inconsapevole?) e si contrappone al giovane Jones.
La storia è troppo bella per essere rovinata da una regia un pò confusionaria e i due attori riescono ad elevarsi di quella spanna che integr le mancanze della regia.
Consigliato.
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