Grido dall'inferno
Vantaggi
Per riflettere e gridare No
Svantaggi
Rabbia e sofferenza se siete sensibili
Ancora oggi una donna può essere costretta al silenzio. Obbligata all'obbedienza cieca. Costretta con immane brutalità a sopportare umiliazioni fisiche e verbali che piegano le ginocchia e lo spirito. Tutto solo perché gli uomini, padri padroni, ed intoccabili comandano le loro vite. Queste donne da quando vengono al mondo, fino alla loro morte, sono pedine; semplici burattini che devono aspettare che i loro uomini diano i comandi da eseguire senza un se e senza un ma. Non possono pronunciare un no, prendere una decisione autonomamente, sentirsi donne, avere una dignità umana, sono trattate come oggetti, non hanno diritti. Vivere una vita così ti fa sognare solo di lasciare presto questo mondo, in fretta. Niente sei da viva, nulla sarai da morta, nessuna luce all'orizzonte, spente le emozioni, si corre verso il suicidio. Infatti Leila, la giovane marocchina di questa storia, vuole morire. Tenta il suicidio svariate volte, ma il destino le si accanisce contro e la morte non sopraggiunge. Leila è vissuta in Francia, ma di quel bel paese le è stato negato tutto. Il padre ha scelto il marito per lei. Un uomo mai visto ne conosciuto che è stata costretta a sposare dopo che gli ha dovuto preparare un thè obbligata da sua madre che l'ha svegliata nel cuore della notte. Tutte sogniamo l'incontro della vita, e l'esistenza di ciascuno di noi è fatta di innamoramenti, frequentazioni, amicizie che poi sfociano in affetto, quindi amore. Leila non ha potuto neanche provare cosa tutto ciò significa, per lei l'incontro e l'"innamoramento" si sono consumati in una manciata si minuti. La madre che frettolosamente entra in camera per svegliarla nel mezzo della notte. Corri che devi preparare un thè al tuo uomo, vestiti bene e trattalo da re. Tuo padre ha scelto questo uomo come tuo sposo. Vi rendete conto della crudeltà di questa scena, dell'angoscia che deve aver provato Leila, del senso di umiliazione e di annichilimento subito dalla ragazza? Una cosa sconvolgente, secondo me, più ci ripenso e più ho i brividi e mi sento assalire dalla rabbia. Credo che nessuna persona al mondo debba essere costretta da altri a prendere delle decisioni di vita. L'esistenza è sacra ed è preziosa ed ognuno deve poterne disporre a proprio giudizio, fino alla fine dei suoi giorni. Leila no, lei non può. Organizzano le nozze, si sposa con questo tizio, marito presunto. Lui la brutalizza, la picchia, la insulta, la usa. Per questo essere Leila è solo un pezzo di carne senza anima ne sentimenti che lui può decidere di usare e comandare. Leila così, oltre a non avere diritti sulla sua vita non ha più neanche diritti sul suo corpo, sulle sue membra. Rimane incinta e partorisce Ryad. Il figlio le da una forza immensa, incontrollabile, le da il riscatto che lei cercava ed aspirava. Basta tentare il suicidio, Leila si ribella e lotta gridando al mondo la sua storia, la sua sofferenza e tutto il suo vissuto perché quell'orrore finisca, perché cada l'impero maschilista, perché altre donne trovino la forza di dire no. Ma dire no in quella realtà equivale ad avere un cappio al collo che pian piano si stringe, infatti Leila ora rischia la vita. La vogliono morta. Questa sommariamente la trama, una storia terribile che non può lasciare indifferenti. Un grido dall'inferno che sconvolge e turba. Per me che sono molto sensibile un dolore cieco ed assordante, che muove le viscere e soffoca la mente di rabbia. Lo consiglio perché capire ed informarsi può darci la forza, come uomini e donne capaci di altruismo e comprensione, di lottare a fianco di Leila e di tutte le donne come lei per gridare NO a tutto questo meschino, viscido, insensato squallore. Lo consiglio vivamente.
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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