Mi affascinava la trama e il personaggio di Nanà.
Vantaggi
Così Zola compone una delle sue maggiori opere, in cui il suo stile e le sue idee trovano massimo compimento.
Svantaggi
personalmente non trovati
Il primo romanzo di Zola che affronto. Indubbiamente bello. Zola, in Nanà, dà il meglio di sè. Storia di una prostituta che si perde nella vita notturna parigina, fatta di uomini approfittatori e privi di scrupoli tra tabacco e assenzio. Il vizio e la vita lasciva la porteranno al tracollo e alla morte. Libro per certi versi crudo ma un capolavoro. Un libro forte, come forte è il suo intento: riconsiderare i valori sociali. Apparentemente trasgressiva (e sicuramente lo è per l'epoca in cui è stata scritta), nasconde tra le sue pagine un'alta considerazione morale. Nei gesti e nel destino di Nanà Emile Zola ha trafitto un intero ceto sociale, lo ha accoltellato al cuore. E non con la dolosa volontà di una creatura che coltivi vendetta (giacché nel libro perdono tutti), ma nel passo di una naturalezza che, anche affossandosi, deposita nel mondo morale un solco di gigantesca e impareggiabile virtù. Bastano queste righe a inondare d'esempio quanto detto: "La sua opera di rovina e di morte era compiuta, la mosca volata via dall'immondizia dei sobborghi, portando con sé i fermenti della putredine sociale, aveva avvelenato quegli uomini soltanto posandosi su di loro. Era buono, era giusto. Nanà aveva vendicato i suoi, gli straccioni e i reietti, conservando la sua incoscienza di bellissima bestia, ignorante di ciò che faceva, sempre brava ragazza". La bambina che tocca fin troppo presto la sua sorte nell'Assommoir, la sua vita di marciapiede, adesso è la donna più sognata a Parigi. Il conte Muffat (strepitoso personaggio uscito dalla penna dell'autore) la adora fino alle indegnità più folli, ne è stordito a livelli da istupidimento senza cura; lei lo domina, lo fa mettere a quattro zampe gettandogli il fazzoletto in un angolo (e lui glielo riporta), lo prende a calci. Scrive Zola: "Lui, che portava la testa come fosse un ostensorio, si prestava a quel gioco col vago ricordo dei santi che si facevano divorare dai pidocchi e mangiavano i propri escrementi". Romanzo di scombussolante potenza, e quella potenza - credetemi - è solo luce. Il resto è un corteo di vite reso con maestria dettagliata e detonante, "una folla singolarmente promiscua, impreziosita dai migliori talenti e corrotta da tutti i vizi, con la stessa stanchezza e la stessa febbre su tutti i volti". E tuttavia, quest'informe universo che brulica tra le pagine sarà sempre meno di un mignolo di bambino rispetto alla grandezza di un solo carattere, ai suoi sperperi di bontà, alla sua grazia pur nel degrado, al suo genio di dentro. Indimenticabile!
Questa opinione rappresenta il parere personale di un membro di Opinioni.it e non di Opinioni.it.
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