Una ragazza turbata.
Ricordo Emily VanCamp nella serie "Settimo cielo" e mi stupisce che da quando ha fatto il grande salto sia sempre in ruoli così opposti alla pudicizia bigotta di quel telefilm, forse il pubblico gode nel vederla libertina?
E in questo film interpreta il ruolo di Alice, una assistente redattrice che sogna di pubblicare il suo primo romanzo e salta di letto in letto senza sosta.
Quando il capo le chiede di redigere il libro di Milan Dreker e curarne la riedizione emergeranno i ricordi del trauma che l'hanno spinta a diventare così.
La protagonista è bravissima nell'interpretazione e nel far emergere il trauma psicologico di Alice nel farla vivere sullo schermo, ma il problema è la storia che non va fino in fondo. La regista fa un buon lavoro facendo emergere pian piano il trauma in un parallelo tra presente e passato, ma non riesce ad andare a fondo facendolo solo immagianare al pubblico che è in attesa del trauma e della scena madre che non arriva se non nel laido confronto fra i genitori, il molestatore e la ragazza stessa che assume i toni del ridicolo.
Davvero un peccato perchè il film avrebbe proprio avuto bisogno del momento topico che manca, mentre l'autrice ci va alla larga accusando tutte le figure che ruotano intorno alla protagonista di essere la causa di questo suo malessere, anche i genitori, ma, proprio nel denigrarli vengono ridotti a macchiette e non risultano delineati. Una scelta sbagliata, sorpattutto quella che riguarda los crittore molestatore che perde di realismo nel suo agire e, sebbene euqesto lo sminuisca, lo rende anche poco credibile e realistico.
Una bella interpretazione, di una storia che risulta un pò a metà.
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