Esperimenti di Franco.
James Franco si diletta alla regia con una storia a tratti oscura, a tratti psichedelica e un pò metafisica.
Il protagonista è Vikar, un giovane architetto pseudo autiscito fissato per il cinema che viene assunto nel deitro le quinte di un film, qui imparara l'arte del montaggio e diventa molto ricercato in questo settore, così viene a contatto con questo strano mondo e lui è ancor più strano.
Non posso giudicare se l'opera di Franco riesce nella trasduzione letteraria del libro da cui è tratto, ma riesco a vedere parecchia confusione in questo film.
Il protagonista da lui è interpreato è piuttosto criptico, devo ammettere che prima di leggere i plot pensavo fosse straniero, piuttosto che autistico, sicuramente strano. La narrazione non è letteraria e si trasforma troppo spesso in un sogno onirico che interrompe la narrazione come i continui zpezzoni di vecchi film mettendomi un pò a disagio e in confusione, anche perchè non sono affatto ferrato sul vecchi cinema di Hollywood.
L'unico messaggio che il film mi ha lasciato è la celebrazione del lavoro di montaggio e la sua importanza nella realizzazione del film, tanto che credevo che fosse una sorte di biografia di Vikar, ma non è così.
E suppongo nemmeno questo fosse il principale messaggio che James Franco voleva lanciare. Resta il mio rispetto per un'artista che, invece di farsi trascinare dalla fama verso ruoli e film di sicuro incasso, si mette a reinventarsi regista e sperimentare tanto. Coraggioso.
Resta un film difficile da guardare che solo un cast stellare è risucito a farmi vedere la fine.
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