Deludente !!!
Purtroppo Deaver pare aver finito le cartucce buone. Cercare di dar vita ad un nuovo personaggio è, per uno scrittore, sicuramente lodevole, ma Deaver non sta riuscendo a creare storie e vicende sufficientemente suggestive e cariche della suspance a cui eravamo abituati. Shawn non sarebbe neppure un personaggio da scartare, soprattutto per le parti in cui valuta le situazioni e ricorre alle leggi del "mai" del padre, ma manca tutto ciò che rende un thriller degno di tal nome e questo ultimo libro è troppo lungo; con una sforbiciata di 100 pagine non avrebbe perso nulla, anzi, ne avrebbe guadagnato. Poca suspance, al massimo una certa inquietudine nel conoscere la follia dei seguaci della Fondazione, "colpi di scena" prevedibili e citofonati. Il finale che apre alla soluzione delle nebbie del passato, seppur buono, non basta a salvare un racconto dimenticabile. La nostalgia di Rhyme è tanta e si fa sentire. Altro neo, la prosa non sembra neppure quella di Deaver; lineare, senza guzzi, con espedienti linguistici spiccioli, elementari e risibili. Ghost writer inadatto? Un libro che conferma, in ultima analisi, che fuori dal mondo di Rhyme, Deaver non sa costruire personaggi riusciti; lo fece con Pellam, lo fece con la Dance, continua a farlo con Shaw. SCONSIGLIATO a chi ha amato il vecchio Deaver e cerca un nuovo eroe da apprezzare
Segnala contenuto