In viaggio da soli
High Life, film della regista francese Claire Dénis, appartiene senz'ombra di dubbio al genere SciFi, ma è anche Horror, dramma e avventura: la forza del film sta nei due attori principali, cioè Robert Pattinson (il padre) in una delle sue migliori interpretazioni, con la figlia, la giovanissima Mia Goth e Juliette Binoche (la Dottoressa Dibs).
La scena iniziale è già da incubo: un uomo è solo con la figlia piccolissima su un'astronave enorme su cui erano stati caricati dei detenuti con il compito di essere le cavie per il primo viaggio verso un buco nero, quello più vicino alla Terra.
La “nave dei cani” come sono detti i prigionieri, vede 11 condannati che pur di uscire di prigione accettano questo è viaggio a senso unico dentro il buco nero, finendo in una prigione forse peggiore della prima.
Mentre l'astronave continua il suo viaggio, l'uomo, Monte, attraverso una serie di flashback rivive quello che ha ucciso tutti gli uomini della nave, compresa la nascita di Willow di cui all'inizio lui non sapeva nulla in quanto opera di uno degli esperimenti folli della Dottoressa di bordo.
Così, mentre gli anni passano, i due arrivano sull'orlo del buco nero nel passare di un'infinità di giorni sempre uguali in quell'ambiente claustrofobico, tra controllo della nave, della serra, dei rapporti sul viaggio.
L'inizio del film è un'ouverture degna di 2001, Odissea nello spazio: un astronauta, Monte, è fuori per riparare l'esterno della nave quando sente improvvisamente il grido di un neonato, il martello gli cade ed egli rientra velocemente per accudire la figlia appena nata e così scopriamo che sulla nave ci sono solo loro due.
Il film appartiene ad una fantascienza molto particolare e soprattutto molto cupa, ma a me è piaciuto, anche se nel complesso proprio per questi toni generali ha ricevuto parecchie critiche.
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