THRILLER/GIALLO venuto dal freddo
opinione inserita da
kira1992 il 03/09/2020
Credevo che si trattasse del solito thriller che promette ma non mantiene, e invece mi sono sbagliata in pieno. Già dalle prime pagine mi è stato chiaro che nulla è come appare, i colpi di scena sono dietro l'angolo e si susseguono con una velocità impressionante, c'è un senso di incertezza che dura fino alla fine. Nei primi capitoli si conoscono tanti personaggi, che non sembrano avere nulla a che fare gli uni con gli altri: alcuni vivono in Danimarca, altri in Lituania.
Questo libro è un ritratto di donne: c'è una donna che trova, in circostanze un po assurde, un bambino e decide di proteggerlo; c'è una mamma a cui il bambino viene sottratto; c'è una donna rapitrice; c'è una mamma adottiva. I capitoli sono alternati e raccontano ognuno un pezzo di storia. All'inizio si ha la sensazione che siano un po tutti capitoli scombinati e si fa un po fatica a tenere il filo, poi proseguendo con la lettura, come se fosse una tessitura, i fili cominciano ad intrecciarsi e la storia prende corpo e l'attenzione del lettore è più catturata. Questa autrice scrive molto bene, soprattutto riesce ad infondere credibilità alla storia il che è fondamentale per un buon thriller.
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Nei primi capitoli si conoscono tanti personaggi, che non sembrano avere nulla a che fare gli uni con gli altri: alcuni vivovno in Danimarca, altri in Lituania. Invece, sono tutti legati invisibilmente da una valigia, o meglio, dal bambino di tre anni, Mikas, che ci sta chiuso dentro. Quando Nina lo trova, capisce subito che non può rivolgersi alla polizia e lo tiene con sè fuggendo dall'uomo che lo cerca. Il motivo per cui Mikas è stato rapito, si svela poco alla volta ed il finale è incerto quasi fino alle ultime pagine.
Avrei voluto sapere qualcosa di più sul destino del piccolo, di sua mamma e dell'altra famiglia coinvolta, invece alla fine, si hanno notizie solo di Nina e del suo irrefrenabile desiderio di aiutare gli altri.