Lotta al narcotraffico - ultimo atto
"Il confine" rappresenta il finale della trilogia, il perfetto seguito de "Il potere del cane" e "Il cartello" per la quale Don Winslow è più famoso: quella incentrata sui cartelli della droga e che ha come protagonisti l'agente Art Keller e il Patròn Adàn Barrera, tutta la trilogia letta da mio marito questa è la sua opinione. Il terzo capitolo di questa saga ormai ventennale aumenta l’attenzione sulla componente politica e si sviluppa tra il Messico e i luoghi chiave della finanza (NY) e del governo USA (Washington, teatro di un vero e proprio duello finale). Le conclusioni non sono certo rosee: il veterano Keller arriva a postulare la liberalizzazione delle droghe come sola via d’uscita da un commercio che arricchisce troppi attori, su entrambi i lati del confine. Il punto chiave resta la domanda in costante crescita negli USA: più che reprimere lo spaccio (impresa da Sisifo), forse varrebbe la pena investire sulla disintossicazione e sul contenimento delle cause (povertà, disoccupazione, stress da prestazione, dipendenza da farmaci che evolve verso eroina e derivati). Il confine in discussione è anche quello tra giustizia e legalità: Keller lo ha attraversato più volte, con il corredo di rimorsi che compete a ogni eroe in chiaroscuro, e dovrà nuovamente scegliere su quale versante posizionarsi. Winslow ha scritto un altro romanzo-mondo, debordante per numero di pagine, schiera di personaggi, fili narrativi che si dipanano in parallelo per convergere ed intrecciarsi negli snodi chiave. Lo ha fatto con la maestria già conosciuta nei volumi precedenti, con capitoli che sono quasi dei saggi sullo stato attuale della guerra alla droga. In un affresco tanto vasto, difetti e cadute di tensione sono talora inevitabili, ma nel complesso il tempo speso nella lettura è ampiamente ripagato.
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