Incontri...
E' molto riduttivo inserire il film “Il quarto tipo” di Olatunde Osunsanmi (presente anch'egli nella parte di se stesso come esperto di storie e lingue antiche) in un solo genere in quanto esso può appartenere tranquillamente sia a quello fantascientifico che horror che ancora, al thriller, visto il tipo di storia che racconta, ma voglio sottolineare che uscito nel 2009, presenta un taglio e una storia che non portano il segno del tempo.
Il film è un mockumentary, cioè un falso documentario o uno pseudo - documentario condotto su una doppia linea, da una parte scene che sembrano registrazioni della realtà, dall'altra con attori che interpretano gli stessi personaggi in alcune parti più approfondite.
Tutto il film però è una storia inventata che parla di alieni e dei rapporti con gli uomini: come tutto, anche questi “incontri” sono stati classificati seconda una scala elaborata nel 1972:
-I tipo: avvistamento UFO
-II tipo: ritrovamento di una prova
-III tipo: contatto diretto
-IV tipo: rapimento.
Il titolo quindi fa riferimento proprio a rapporti del IV tipo che sarebbero avvenuti nella città di Nome in Alaska, cittadina sul mare di Bering che molti ricordano perchè legata alla straordinaria avventura del cane Balto.
Il regista usa uno stile particolare che oltre che mockumentary, potrebbe far parlare di metafilm cioè, essendo tutto inventato, di un film dentro un altro film.
Interessante l'artificio che il regista studia per l'inizio: in esso Mila Jovovic, l'attrice protagonista, presenta il contenuto dicendo che lei avrebbe interpretato la parte della figura centrale della storia, la Dottoressa Abigail Tyler (Abbey) alternando scene vere ad altre ricostruite su fatti avvenuti nel 2000.
Ed aggiunge che sarà proprio lei ad impersonare la psicologa in una ricostruzione drammatica di quanto sarebbe davvero accaduto.
La dottoressa riceve i pazienti del paese e molti dicono si sentirsi agitati, strani, nervosi e di non riuscire a ricordare niente di particolare che possa giustificare tale situazione: lei allora decide di usare l'ipnosi e i suoi clienti ad un certo punto gridano terrorizzati e parlano di esseri alieni che li portano via.
Poi la psicologa si sveglia una notte e trova il marito coperto di sangue: la polizia vede un foro in fronte e parla di suicidio, ma la dottoressa sente che non è vero, chiede ad un amico e collega di ipnotizzarla, ed anche lei parla di alieni. Ma prove non ce ne sono salvo che tutti parlano di un misterioso gufo bianco che associano al terrore mentre le parole distorte che qualcuno ricorda (grazie all'aiuto di un esperto) si scoprono essere sumero antico.
Insomma, mistero su mistero, ma solo ipotesi senza prove concrete che alla fine mandano la stessa psicologa ad una casa di cura in quanto gli esseri (secondo lei) le rapiscono la figlia...
Il film è condotto in modo impeccabile e, anche se risale al 2009, non risente del tempo ed ha ancora un gran fascino: ottimo il gruppo degli attori e buono l'alternarsi della realtà (pseudo) e della ricostruzione (cosiddetta).
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