Molto avvincente
La casa delle voci non è solo un libro. E' un continuo susseguirsi di colpi di scena che coinvolgono il lettore fino all'ultima pagina.
Un romanzo psicologico che spinge - chi lo legge - a impersonarsi, inevitabilmente, con ciascuno dei personaggi chiave della storia; che lo spinge, immancabilmente, ad arrivare all'ultima pagina con la curiosità di chi crede di aver capito tutto e cerca la sua personalissima conferma, per poi scoprire di aver preso un granchio. Il romanzo si addentra nella psiche di una persona, una giovane donna di quasi trenta anni, al fine di poter far riemergere tutto ciò che la rimozione da parte del soggetto fin da quando era nell'infanzia, per mezzo di un processo organico chiamato amnesia selettiva, ha occultato nel proprio subconscio per impedire estrema sofferenza del pensiero. La narrazione scorre fluida con diversi e inaspettati colpi di scena tali da produrre un controtransfert tra psicologo e paziente con continui ribaltamenti, senza soluzione di continuità, tra ciò che si assume possa essere reale e ciò che invece appare fantasia/sogno.
Cosa realmente accade? Ma poi, è proprio la realtà quella che viviamo? Oppure un'idea in costante costruzione in relazione ai nostri desideri più nascosti? La famosa, o anche famigerata, dualità che avvolge il nostro mondo è anche questa volta messa in rilievo e sembra non dia scampo.
Il finale narrativo lascia il lettore in una specie di dilemma catatonico che non aiuta la bontà di tutto il romanzo, ma era forse questo l'intento di Carrisi? Non lo so, e rimando ai futuri lettori la propria convinzione in merito.
Segnala contenuto