Molto avvincente
“La Donna di Ghiaccio” è il romanzo d’esordio dell’autore, di origini britanniche, ormai da tempo trasferito in Slovacchia. È un robusto thriller d’azione la cui trama in sé non è particolarmente originale: per non rivelare nulla del finale, mi limito solo a dire che, in fondo, si tratta solo della rivisitazione in chiave moderna di uno dei più famosi casi di criminalità seriale al mondo. Inoltre il rapporto tra il detective e tutti gli altri co-protagonisti ricalca gli schemi ben noti del poliziotto onesto ed intransigente che lotta contro le convenzioni e l’establishment pur di portare a termine il suo compito di segugio. Tuttavia il ritmo impresso dalla narrazione, scritta con uno stile fluido, è incalzante e non consente di tirare il fiato sino alla conclusione della storia. Più di una volta ci si sente emotivamente coinvolti nelle vicissitudini di Erika, patendo con lei ed infuriandosi assieme a lei.
I personaggi di contorno peraltro, sono abbastanza convenzionali: il Lord e la Lady spocchiosi ed arroganti; i loro marmocchi viziati che amano, però, mischiarsi alla plebe più brutale; il collega invidioso ed i capi ottusi e proni al potere; i collaboratori fedeli e generosi che continuano ad assistere segretamente il detective anche durante la sospensione.
Tra tutti, perciò, spicca decisamente la figura di Erika Foster. Quello che colpisce in lei è soprattutto la sua umanità e fragilità. Continuamente tormentata dalle dolorose ferite psicologiche che si porta appresso, reagisce impulsivamente dando sfogo alla sua rabbia interiore, salvo poi pentirsene subito. Così, dà un sonoro ceffone al ragazzino impudente che si siede sulla sua valigia e le morde una mano, però, poi, si commuove quando lo vede andar via, al freddo, dietro la madre prostituta, gli concede un passaggio e regala anche una banconota alla madre. Litiga con il potente Lord Simon, ma rischia la vita più volte per assicurare alla giustizia chi gli ha ucciso la figlia. Quando si trova le porte sbattute in faccia decide di piantar lì tutto, ma appena le si apre uno spiraglio inghiotte il rospo e riparte alla carica.
Anche la goffaggine nei rapporti interpersonali come nelle frequenti colluttazioni che la vedono sempre soccombere ne fanno un personaggio molto concreto e reale, in contrapposizione a certi poliziotti super-eroi che spesso si incontrano in letteratura e cinematografia.
In conclusione “La Donna di Ghiaccio” è un romanzo coinvolgente che avvince e cattura e, in fondo, ciò è quasi tutto quello che si chiede ad un thriller: appassionare il lettore nelle vicende narrate e distrarlo, risultati entrambi pienamente raggiunti in questo caso.
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