Il cattivo rende la storia interessante
Di solito non leggo con grande piacere i giallisti italiani, infatti preferisco quelli nordici, ma attirata soprattutto dal film, ho affrontato il romanzo di Donato Carrisi “La ragazza nella nebbia” e devo dire che mi è piaciuto e molto.
La storia parte in sordina in un paesino molto isolato delle Alpi dove pochi giorni prima di Natale una ragazzina di 16 anni esce per andare in chiesa e non torna più. All'inizio si pensa ad un allontanamento volontario da casa, al desiderio di evadere dalla comunità chiusa di una famiglia estremamente religiosa, anzi quasi ossessivamente legata ad una confraternita di tipo fondamentalista cristiana. Poi si capisce che forse le cose non sono andate in questo modo e viene chiamato sul territorio un agente speciale, Vogel, famoso proprio per le sue indagini su casi ad alto rischio. Così, a poco a poco, tutto il paese viene analizzato , ma le notizie tardano ancora ad arrivare come se semplicemente la ragazzina fosse sparita nel nulla. Carrisi è un fine descrittore ed un analista di stati d'animo: ha saputo ricreare l'atmosfera di un paese chiuso di montagna e del clima che si crea quando scatta l'orrore alla ricerca di un mostro che, si sa, è nascosto nel proprio interno.
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