Davvero bello!
Uno dei Maigret più suggestivi, più profondi; forse meno intimista e psicologico, ma senza dubbio intrigante e stimolante.
Fin dalle prime pagine Simenon riesce a creare un'atmosfera così reale, così plumbea da far immergere subito il lettore in quel tempo e in quella situazione; un serial killer darà filo da rocere al nostro commissario e lo farà in un modo così sottile, ma al tempo stesso naturale che non si può non leggere quest'avventura tutta d'un fiato.
Oltre alla solita maestria di Simenon che non si smentisce neppure questa colta, c'è da sottolineare un ritmo straordinario che incatena e costringe a continuare a leggere, quasi che il lettore fosse preda di un incantesimo, quasi che se la lettura si interrompesse una vittima potrebbe essere sacrificata.
Così pagina dopo pagina in un climax quasi insostenibile Maigret riesce a farsi un'idea e il lettore con lui, fino alla conclusione che seppur semplice appare magnifica.
Magnifica appare la fine perché i personaggi che vi ci conducono non solo sono caratterizzati benissimo, ma la loro completa comprensione avviene solo dopo che ogni velo della personalità è descritto e questo avviene con una lentezza esasperante, ma con un ritmo incalzante, creando così questo contrasto che non può non tenere incollati alla pagine.
Così quello che rimane di questa straordinaria lettura non è più la bellissima prosa di Simenon che si avvale di un lessico ricco e ricercato, ma la trama che non trascura niente, né l'intrigo, né l'analisi comportamentale del serial killer, anche se non ne viene dato un vero e proprio profilo, ne viene comunque ipotizzata la personalità.
Un insieme di fili che non si annodano, ma si intrecciano in modo perfetto a creare una trama credibile con protagonisti vivi e coinvolgenti.
Il miglior Maigret letto finora, ma sono certa che ancora molte sorprese mi attendono!
Lettura, come ovvio, consigliata per non perdere un'occasione di sfatare il mito del giallo come letteratura di genere.
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