Macabro ma bello!
L'invito.
La storia si divide in due grossi macro-blocchi che definirei presente e passato prossimo.
Nel presente avremo Nora in ospedale, in stato confusionale e con grossi lividi. La donna ha un'amnesia che non gli permette di ricordare quello che le è successo. Il lettore da subito viene catapultato nel pieno della storia, iniziando a scoprire i fatti dalla fine e rivivendo passo dopo passo insieme a Nora tutto ciò che è accaduto prima dell'incidente che l'ha fatta finire su un letto d'ospedale...
Il passato prossimo anticipa di qualche giorno l'ambientazione ospedaliera e rappresenta lo zoccolo duro del romanzo, ovvero la parte più corposa.
Leonora Shaw è una scrittrice di gialli. La sua vita diventa un romanzo thriller quando scopre l'invito all'addio al nubilato di un'amica che non vede e sente da ben 10 anni; si ritrova in compagnia di tutti gli invitati alla festa, sei per l'esattezza, riuniti in una alquanto inquietante casa di vetri: come dice Tom, l'unico uomo del gruppo, è come essere attori su un palcoscenico e gli alberi che circondano la casa sono il pubblico e questo già mette i brividi addosso! Un'ambientazione in stile Agatha Christie, che renderà il romanzo a tratti simile ai Dieci piccoli indiani. Proprio la grande villa sarà uno degli elementi più inquietanti del romanzo che costringerà i protagonisti a non potersi spostare.
In questo luogo molti di essi dovranno affrontare il loro passato, gli screzi infantili e le incomprensioni del presente. Lo sviluppo delle relazioni tra i protagonisti occuperà il numero maggiore di pagine del romanzo, rallentando un attimino il ritmo e la suspense, che ritornano poi nei capitoli finali.
I fatti vengono narrati con una certa angoscia, procedendo con la lettura aumenta la tensione e chi legge ha l'impressione che debba succedere qualcosa da un momento all'altro e resta quindi sempre con il fiato sospeso!
L'autrice ha sapientemente introdotto ogni singolo personaggio, mettendo in evidenza tutte le caratteristiche più inquietanti, le piccole isterie e guida il lettore alla scoperta del movente di ognuno... La cura con cui la Ware descrive ogni personaggio, la descrizione delle ambientazioni e soprattutto il riuscire per ben 200 pagine a far sentire al lettore quell'inquietudine e quella tensione che si prova quando si ha l'impressione che qualcosa non quadra rendono la storia reale e il lettore diventa un osservatore silenzioso nascosto tra gli alberi in attesa di scoprire chi sarà la vittima e chi il carnefice!
Quando finalmente, dopo aver studiato per bene tutti i protagonisti ed essersi fatti un'idea ben precisa di ognuno, arriva il momento di scoprire chi è la vittima qualcosa scatta nella mente del lettore, che sorridendo un po' deluso pensa "ecco lo sapevo che sarebbe accaduto questo e l'assassino è sicuramente tal dei tali perché...."! Ma affermazione non potrebbe esser più sbagliata: rieccoci di nuovo in ospedale con Nora, si è pronti a far congetture insieme a Nora, a cercare di capire cosa e perché non ricorda e facilmente si intuisce chi è la mano che ha armato l'arma del delitto, ma manca ancora qualcosa: il movente! In più l'autrice fa si che Nora, iniziando a pensare come se si trattasse di uno dei suoi libri gialli, insinui il dubbio nel lettore, faccia congetture sui possibili moventi, ma ogni volta qualcosa non torna ed anche quello che sembrava essere il vero assassino alla fine viene accantonato e ci si ritrova incastrati tra gli intrecci che in qualche modo legano Nina, Nora, Flo, Tom, Melanie e Clare!
Sarà lo stesso assassino a mostrare il suo volto, svelando una follia che ha radici profonde e una fredda lucidità nel cercare fino all'ultimo di distorcere la realtà.
“L'invito” è stata una vera rivelazione, non c'è stata una sola volta in cui durante la lettura non mi sia detta che sarebbe perfetto come sceneggiatura di un film e mi auguro che a qualcuno venga voglia di farlo...
Un libro questo che vi farà sentire quella inquietante sensazione che qualcosa di davvero brutto sta per succedere, che nessuno è al sicuro, che è tutto terribilmente spaventoso e che vi trascinerà all'interno delle sue pagine, tenendovi stretti fino alla fine senza darvi mai la possibilità di annoiarvi! Diventerete il settimo invitato, ma resterete muti e invisibili ad osservare, cercando di scavare in profondità nell'animo di ogni personaggio e alla fine resterete a bocca aperta, sgomenti e infine appagati!
Non avrete il tempo di distrarvi o annoiarvi, non vi sono punti bui durante la lettura ed anche se il ritmo non è serrato il libro si legge facilmente e molto velocemente!
Un grande esordio quello di Ruth Ware, che ha saputo con grande maestria fondere il giallo classico con il thriller psicologico.
…..ricordate che non ci si può fidare di nessuno e non lasciate mai nulla di vostro incustodito: non si sa mai quello che potrebbe accadere...
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