Roberto Centazzo - L'Ombra della Perduta Felicità
I nostri amici della squadra speciale minestrina in brodo, Maalox, Kukident e Semolino, non riescono proprio a stare fermi nemmeno ora che si potrebbero meritare il riposo della pensione, ma per tre poliziotti che hanno sempre vestito la divisa per tutta la vita è impossibile ora farsi da parte.
Ma ora sono in pensione, possono fare tutte le cose che si sono sempre ripromessi di fare quando avrebbero avuto tempo, si, ma cosa?
Pammattone trova l’idea di partire per una vacanza, noleggia un vecchio mitico T2 che tanto avevano sognato e via, certo sarà il caso di cercare di convincere anche gli altri due.
Sorprendentemente, non si fanno pregare, destinazione Barolo nelle Langhe, dove Mignona ne approfitterà per controllare alcuni mobili antichi nei caseggiati vicini, proprio come aveva promesso alla compagna Anghela, e Santoro cercherà di parlare con un poliziotto in malattia che ha bisogno di assistenza sindacale, e poi ha promesso al suo collega che ora riveste il suo posto nel sindacato di occuparsene.
Certo non è proprio un viaggio disinteressato, ma l’importante è partire, direzione l’Agriturismo Mariuccia, gestito proprio dalla madre del poliziotto a cui Santoro deve parlare, Giacomo, e dalla madre.
Si capisce subito che Giacomo si è messo in una storia più grande di lui, denunciando la cooperativa del posto che spaccia prodotti agricoli reperiti chissà dove per biologici e li immette sul mercato, sfidando non solo la cooperativa stessa non aderendovi, a differenza di tutti i produttori locali, ma denunciandoli anche. Purtroppo il proprietario altri non è che il fratello del Procuratore, e basta davvero poco per insabbiare la cosa. Ma Giacomo non ci sta e si rivolge a tutte le forze competenti, con l’unico risultato di inimicarsi tutti ed essere messo ai margini. Non gli resta altro da fare che mettersi in malattia per sfuggire all’attacco, ma vivere costantemente con la consapevolezza di essere nel giusto e che sono i poteri forti a decidere non la giustizia lo demoralizzano ogni giorno di più.
I nostri tre amici prendono a cuore la situazione di Giacomo e cercano di aiutarlo, ma non tardano molto i prodotti contaminati ad andare sul mercato, le persone iniziano a stare male ed anche i media scavano sull’accaduto. Le acque si smuovono, e sono acque torbide. La cooperativa non sa che anche l’antimafia li sta tenendo d’occhio aspettando un loro passo falso. Ma loro sono dentro al giro da anni e sanno benissimo come non farsi scoprire.
Vite che si intrecciano, quelle dei nostri amici che sentono il dovere di fare giustizia con chi proprio della stessa giustizia non ha più nessuna fiducia.
Vite di chi la giustizia la serve e vuole arrivare a capo della storia, anche a costo di fare turni massacranti, e chi la vuole raccontare come ultima storia prima della pensione.
Ma cosa possono fare tre semplici poliziotti in pensione contro un sistema malavitoso ben collaudato? Di certo non resteranno a guardare, e poi tanti anni in servizio hanno fornito le conoscenze giuste per farsi dare una mano.
Come sempre accade nei libri di Roberto Centazzo non troviamo solo un giallo poliziesco davvero ben scritto, ma un libro capace di dirci tanto e di farci riflettere, con temi sempre molto attuali e difficili da trattare, resi più accessibili grazie ai componenti della Squadra Speciale Minestrina in Brodo.
I romanzi dell’autore sono contraddistinti dalla narrazione impeccabile dei fatti spazio temporali e da un’accuratezza certosina della descrizione, per non fare perdere mai a noi lettori il filo logico della storia.
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