Unico
È forse uno dei libri più teneri di Calvino, che vede come personaggio protagonista un piccolo uomo medio, Marcovaldo, che si trova catapultato suo malgrado nella società moderna e non riesce a comprenderla a fondo, spesso stentando a adattarsi e in molti casi stupendosi in maniera semplicemente deliziosa di piccolissime cose. È un volume che si può leggere anche non da grandi, sebbene una lettura approfondita di un adulto sarà diversa rispetto a quella di un'adolescente, ma è e rimane decisamente uno dei miei preferiti di questo autore che riesce a mettere insieme parti splendidamente leggere a questioni esistenziali al limite dell'incredibile. Qua si vede la grandezza di Calvino come autore, almeno per quanto mi riguarda. Ho letto praticamente tutta la sua produzione compresi anche le parti non letterarie, come le lettere, riuscendo a cogliere così tutta l'angoscia e difficoltà di un uomo del suo tempo che cerca di rapportarsi con una realtà che è cambiata in peggio e che non promette di migliorare, ma soltanto di schiacciare ulteriormente tutti gli uomini. Marcovaldo con il suo continuo stupore riesce ad essere critico nei confronti della società e al tempo stesso ma non puntare il dito, ma soltanto a far capire al lettore che c'è qualcosa che effettivamente non va nei paradossi che siamo costretti a vivere ogni giorno.
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