Tutti i volti della paura
Amo il romanzo psicologico di Dorn, che riesce a scrivere di nuovo un libro di ottima qualità senza ricorrere alla violenza esplicita, senza la cattiveria esponenziale, senza inondarci di sangue.
Quando la voglia di un buon thriller assume la concentrazione del glucosio nel sangue di un diabetico, Phobia e' l'insulina che trattengo nella siringa trasparente. C'è una grande differenza tra paura e fobia: la paura è un'emozione primaria, imprevedibile perché spesso generata da eventi casuali o da situazioni di pericolo inattese e generalmente induce ad una reazione immediata ed attiva, un tentativo di difesa o di fuga per esempio.
La fobia invece è una paura profonda, radicata nell'inconscio, una paura spesso malata perché originata da sensazioni e visioni distorte della realtà più che da circostanze evidenti.
E mentre la paura, così come la gioia, ci accompagna sin da bambini essendo un'emozione che impariamo a conoscere dai primi anni di vita - chi tra noi non ha mai controllato nell'armadio o sotto il letto prima di addormentarsi? - la fobia si manifesta generalmente in età più adulta perché ha bisogno di sedimentare, si nutre con le esperienze di vita più dolorose e negative amplificandone gli effetti collaterali sulla nostra coscienza che le percepisce così con timore, con l'ansia crescente che possano ripresentarsi e che non si abbia la capacità di affrontarle: è quella che generalmente si manifesta come 'paura di fallire'.
Questa è la fobia di Sarah Bridgewater: nonostante fosse una donna di successo e molto apprezzata per il suo lavoro tanto da meritare una promozione ed una posizione di prestigio in ambito lavorativo, inspiegabilmente ed improvvisamente perde fiducia in se stessa a tal punto da temere i suoi stessi collaboratori, persino una semplice riunione diventa per lei causa di panico.
Sarah ha paura di non essere all'altezza del suo compito e delle aspettative che gli altri hanno di lei.
"Ad un certo punto, però, qualcosa era cambiato. A poco a poco, e senza che lei all'inizio se ne rendesse conto. Una paura inesprimibile, un terrore orribile era risalito dagli abissi del suo subconscio affiorando in superficie. La prima volta risaliva a più di un anno addietro. Da allora era diventata il suo fedele compagno, compariva ogni volta che lei era sola. "Il passato è storia: contano solo il momento e il luogo presenti, perché stabiliscono il corso del futuro".
Questa frase racchiude a mio avviso il significato dell'intero libro di Dorn. Il passato ci plasma e crea le basi per quello che avverrà nel presente e che diverrà il futuro.
Dorn in questo nuovo capolavoro cambia l'approccio con il lettore. Non bisogna scoprire "cosa", evidente quasi da subito, ma "perché", e ciò è evidente e lo si comprende solo capendo i personaggi, la loro storia e dunque il loro passato. Il passato che diviene causa delle loro azioni e dunque crea il presente e pone le basi per il futuro.
Non nascondo la mia delusione superata la prima parte del libro, nel momento in cui ho compreso che la trama non era ciò che credevo, ma più andavo avanti nella lettura e più la mia curiosità cresceva. Consigliato se amate il thriller psicologico
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