Vivere è giocare
Il film di Spielberg ci presenta un futuro distopico decisamente scoraggiante: povertà, quartieri degradati detti -cataste- cioè torri di container, disgusto per la realtà e rifugio nella realtà virtuale in particolare in Oasis, il mondo creato alcuni anni prima e dove tutti hanno il proprio avatar. Poi in questo mondo artefatto, ecco arrivare una notizia bomba: è morto il suo costruttore e padre, ma come dice lui stesso all’interno del gioco, con ciò parte una gara che porterà gli sfidanti a ricercare le 3 chiavi che permetteranno al fortunato possessore di ereditare il possesso di Oasis e di una vera fortuna. Il gioco è irto di difficoltà e si svolge, vista la posta in palio, muovendosi a cavallo tra realtà e realtà virtuale in una fantasmagoria di azione e corse e trucchi che lasciano davvero senza fiato e attirano l’interesse. Tra gli sfidanti spicca il giovane Wade, fan del costruttore di cui conosce davvero vita e miracoli: grazie a queste conoscenze, egli intuisce i segnali, gli indizi, le tracce che ha lasciato nelle gare interne al gioco e riesce a vincere. Da sottolineare i continui riferimenti e le citazioni, oltre che gli omaggi a film, scruittori e opere famosi che possono essere compresi solo dagli amanti del genere: per es. Il Gigante di Ferro, Shining, la Delorean, il Signore degli anelli. Da vedere, assolutamente.
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