Scritto nelle ossa
Secondo romanzo di questo autore dedicato al protagonista David Hunter, un antropologo forense che collabora sovente con le forze di polizia, in particolare sui resti in cui una normale autopsia non sarebbe possibile. Tornato a Londra dopo gli avvenimenti accaduti nel primo romanzo, ha deciso di riprendere il suo vecchio lavoro in considerazione di quanto accadutogli a Manham. Proprio in conseguenza di ciò, viene inviato su un’isola a nord della Scozia a collaborare con la polizia competente del luogo sul ritrovamento di alcuni resti carbonizzati da parte di ex ispettore in pensione ivi residente. Purtroppo per lui, quello che doveva essere un normale e veloce lavoro di routine, si trasforma ben presto in un’indagine che lo vede coinvolto personalmente dato che qualcuno cerca di eliminarlo durante l’esame dei resti e ben presto si rende conto che la catena di delitti non è ancora terminata. Storia avvincente anche se un po’ accademica, con questa ambientazione classica. L’isola raggiungibile dal mare che viene isolata da una tempesta lasciando da soli i protagonisti a risolvere un intricato caso di omicidio che ben presto si rivela solo il primo di una serie che getta sgomento nella piccola comunità in cui i sospetti a quel punto ricadono su ogni componente. Nonostante questo bisogna dire che mantiene alta la tensione fino al finale veramente ricco di colpi di scena senza scadere mai in artifizi letterari alquanto forzati che a volte caratterizzano questo tipo di racconto. Un livello leggermente inferiore forse al primo romanzo, ma comunque un’ottima lettura per gli amanti del thriller. Consigliato
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