Un mistero futuristico all'italiana.
Questa produzione italiana sembra ricalcare i film tratti dai romanzi di Brown e per questo mi ha incuriosito.
Il protagonista è Arthur Adams, che ha perso il padre da piccolo e gli ha lasciato un misterioso simbolo egizio, lo ritroviamo nel 2033 che p diventato un archelogo di successo e indaga in cerca della verità, così sbarca in Italia per capire cosa è successo a suo padre, mentre si trova davanti una serie di efferati delitti che sconvolgono tutta la penisola.
Il regista Nero s'ispira al grande filone di Brown e realizza un'opera che visivamente è visionaria e intrigante, scova piccole perle italiane poco sfruttate dalla cinematografia e ha un ottimo occhio, nonostante gli scarsi mezzi economici risultano evidenti nel film. La sua bravura stlistica non si mantiene nello script, da lui stesso realizzato, che risulta difficile da digerire e da comprendere per i troppi riferimenti, i dialoghi troppo ricercati e complessi, alcune ricarcatezze eccessive si trasformano in banalità sotto-culturali realizzando un'assurdo miscuglio.
Insomma, il film è davvero inguardabile e noioso nello sviluppo della trama.
Si vede una certa genialità in questo regista, ma che necessita di essere direzionata affinchè possa essere digerita dal pubblico e resa interessante e magari di essere affiancato da uno sceneggiatore con esperienza capace anche di dare lungimiranza ai suoi lavori perchè questo film, salvo che fosse diventato un cult stellare in stile Blade runner, era destinato a scadere troppo presto vista la scelta così ravvicinata del futuro che dipinge ossia il 2033.
Mi aveva incuriosito anche il cast stellare, ma in realtà quasi tutti fanno solo piccole apparizioni, spesso insensate.
Davvero un peccato ma consiglio la visione di questo film solo agli amanti di un cinema altamente complesso, un'elite di cui non faccio parte nemmeno io.
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