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1 Opinioni per UCCELLINO DEL PARADISO - Joyce Carol Oate
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  • kira1992
    Un paradiso infernale
    opinione inserita da kira1992 il 19/12/2020
    La cosa più interessante della Oates è la straordinaria capacità di mantenere alta la tensione e di trattenere l'attenzione del lettore fissa sulla vicenda. Il modo di scrivere è molto interessante e rende l'idea di una società di persone al limite, che stanno per esplodere, che potrebbero esplodere da un momento all'altro, per le quali la normalità è una specie di paradiso perduto. Rende l'incubo americano che qualcosa di orribile stia per accadere e potrebbe accadere in qualsiasi momento. Nel libro si è in continua attesa di quel momento. Molti personaggi hanno descrizioni cangianti. Ad es. Eddy, il padre dell'io narrante Christa, va dal bravo padre, all'amante quasi tenero, al mostro peloso e mascolino che potrebbe fare del male alla figlia in qualsiasi modo e in qualsiasi momento e che magari ha ucciso l'amante. Ben, fratello di Christa, va dal ragazzino debole al mostro capace di tutto. Oppure il figlio della vittima, Aaron-Krull viene descritto come un ragazzo dalla personalità doppia e fino alla fine della vicenda c'è questa tensione altissima su di lui per cui sembrerebbe un bravo ragazzo timido, uno capace di tutto, un matto, uno schizofrenico a corrente alternata. Potrebbe aver ucciso lui stesso la madre con il suo lato oscuro rimuovendo poi il fatto. I personaggi sono inafferrabili come quelli di un giallo anche se il libro non ha il taglio del giallo e nemmeno del noir ma del romanzo. A me questa inafferrabilità, criticità psichica dei personaggi, il fatto di non poterli conoscere e farmene davvero un'idea dà un po' fastidio. Credo che la tensione continua e la nebulosità psicologica, l'essere al limite della sopportazione (il vaso colmo con la goccia sospesa sopra che sta per cadere) tolga qualcosa all'approfondimento psicologico e alla conoscenza del personaggio. Il calo di tensione finale e la conclusione della vicenda poi non mi soddisfa del tutto. In generale direi che ci sono troppi ormoni e istinti bestiali nell'aria , a scapito del lato più umano che è quello che mi piace di più nelle storie. Comunque il libro è bello, ben scritto e vale la pena di leggerlo.
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    Bellissima e' l'analisi dei personaggi e della loro psicologia che l'autrice fa in questo e in ogni suo libro. L'autrice Joyce Carol Oates mi ricorda un po' il Verga con il suo Verismo e la rassegnazione dei suoi personaggi, la Oates piu' che la rassegnazione dei suoi personaggi, descrive la loro disperazione a volte senza fine. In questo libro la disperazione domina nei 3/4 del romanzo e dopo tanta sofferenza il personaggio principale Krista Diehl arriva per cosi' dire a riscattare la sua condizione sociale e a sapere una verita' per lei importante. Chiaramente non tutti i personaggi ne escono vittoriosi, molti rimangono vittime di una implicita violenza che puo' essere familiare o di classe sociale, tutto questo e' sempre presente nei romanzi dell'autrice
    personalmente non trovati ma va a gusti